I benefici del fallimento

I benefici del fallimento

Il punto zero da cui ri-partire

Durante un pranzo pre-natalizio dello scorso anno, ho ricevuto in dono un piccolo libro di J.K.Rowling, autrice di Harry Potter. Il libro ha una copertina rigida di colore bianco, su cui padroneggia il titolo scritto in rosso: Buona vita a tutti. I benefici del fallimento e l’importanza dell’immaginazione.

Lungo circa 100 pagine, si legge tutto d’un fiato. Le parti di testo sono spesso accompagnate da disegni, che ne rinforzano il significato.

Il filo conduttore è il fallimento, cioè il punto zero da cui parte l’autrice, per raccontare la storia della sua vita ai laureati di Harvard del 2008.

…credo di poter dire che ad appena sette anni dal giorno della mia laurea avevo già fallito clamorosamente. Il mio matrimonio era imploso in tempi straordinariamente brevi, non avevo un lavoro, ero una madre sola ed ero povera… non conoscevo nessuno più fallito di me.

Nulla da eccepire sul fatto che il fallimento sia a tutti gli effetti un tunnel buio. Quando ci sei dentro, non sai quanto sarà lungo: né quanto durerà, nè quando ne uscirai. Ma le cose possono cambiare, se siamo noi a volerlo.

Si può pensare al fallimento come a un beneficio?

per il semplice fatto che il fallimento mi costrinse a eliminare tutto ciò che era superfluo. Smisi di illudermi di essere qualcosa che non ero e presi ad incanalare ogni mia energia nel portare a termine l’unico lavoro che mi stava a cuore

PUNTI DI VISTA

A pensarci bene, ognuno di noi può scegliere da quale prospettiva guardare le cose che ci accadono ogni giorno e quali criteri di valutazione adottare. Il modo in cui reagiamo di fronte agli eventi, determina la qualità delle nostre azioni e quindi della nostra vita.

Con il realizzarsi della mia più grande paura mi ero ritrovata libera… E così il fondo che avevo toccato diventò la solida base su cui ricostruii la mia esistenza.

Si può vivere senza fallire?

È impossibile vivere senza fallire in qualcosa, a meno di vivere così prudentemente, che tanto varrebbe non vivere affatto… nel qual caso si fallirebbe in partenza.

CAMBIAMENTO

Far accadere le cose significa anche essere disposti ad andare incontro agli errori e mettere in preventivo una certa dose di insuccessi. Ma del resto, il contrario significherebbe non muoversi, restare fermi e non progredire. Anche i fallimenti sono per loro stessa natura un tentativo, quindi rappresentano una forma di evoluzione.

Come non perdere l’equilibrio?

Non conoscerete veramente voi stessi o la forza dei vostri rapporti, finchè le avversità non vi avranno messi alla prova.

UMILTÀ

Vivere un fallimento è l’occasione che dà la conferma di quanta forza abbiamo. I momenti difficili sono anche quelli in cui capiamo meglio il tipo di persone che vogliamo davvero vicino e quali sono gli affetti che contano per noi. È proprio così: la vita non è semplice, ci sono tante complicazioni che possono sfuggire al controllo di chiunque

…l’umiltà di capirlo vi consentirà di sopravvivere alle sue vicissitudini.

Cosa possiamo fare se a fallire non siamo noi, ma qualcun altro?

Il potere dell’empatia umana, quando si concretizza nell’azione collettiva, riesce a salvare vite e liberare prigionieri. Un numero enorme di persone normali, il cui benessere e la cui sicurezza sono garantiti, si uniscono per salvare gente che non conoscono e non incontreranno mai.

SOLIDARIETÀ

Oltre tutto questo, c’è la volontà di aiutare chi sta fallendo, non per propria scelta. Dare forza a coloro che senza il nostro sostegno non avrebbero altra strada, se non quella della disperazione, della solitudine e dell’abbandono, secondo me è uno dei significati più profondi del nostro esistere.

A che cosa serve l’immaginazione?

L’immaginazione non è solo la capacità umana di figurarsi ciò che non esiste, e di conseguenza la fonte di ogni invenzione e innovazione: nella sua qualità forse più trasformativa e rivelatoria, è la forza che ci consente di provare empatia per esseri umani di cui non abbiamo condiviso le esperienze.

EMPATIA

Noi esseri umani siamo dotati del grande dono dell’immaginazione, che l’autrice ritiene essere un “potere eticamente neutrale”, soprattutto quando lo si usa per immaginarsi al posto degli altri e mettersi nei loro panni. È per questa ragione che scegliere di vivere senza immaginazione, significa alimentare dei mostri e diventare apatici.

Se sceglierete di usare il vostro prestigio e la vostra influenza per alzare la voce nell’interesse di chi non ha voce, se deciderete di identificarvi non soltanto con i potenti, ma anche con i deboli; se conserverete la capacità di immaginarvi nei panni di chi non gode degli stessi privilegi, allora non saranno solo i familiari orgogliosi a celebrare la vostra esistenza, bensì migliaia, milioni di persone la cui realtà avrete contribuito a modificare.

Dopo aver letto il libro della Rowling, ho avuto conferma di ciò che ho sempre pensato sull’imprevedibile accadere delle cose, sia in bene che in male. È fondamentale non perdere mai la speranza e capire che non siamo soli. Allo stesso modo, nella vita personale così come in quella lavorativa, adoperiamoci per tendere la mano a chi potrebbe trovarsi in un momento di difficoltà.

Sono convinta che ognuno di noi abbia le risorse e la consapevolezza per farcela, ma uniti la forza aumenta.

Ho scelto di parlare di questo libro, perché l’autrice incarna l’esempio della possibilità e del tutto può accadere. Dalle ceneri del suo fallimento, è rinata per diventare una delle scrittici più famose nel mondo. I sette libri della saga di Harry Potter sono stati venduti in più di 450 milioni di copie, tradotti in 80 lingue e trasposti in 8 film di successo planetario.

Pensando alla sua storia, l’effetto che ha su di me è provare una grande senso speranza e fiducia, verso me stessa, verso gli altri e verso la vita.

Non occorre la magia per cambiare il mondo. Dentro di noi abbiamo già tutto il potere che ci serve: il potere di immaginarlo migliore.

Buona vita a tutti!

mariar.pagliaroli