Competenze del Professionista 3.0 – #2 Innovaction

Competenze del Professionista 3.0 – #2 Innovaction

Oh no, è tardissimo. Ma è possibile (secondo voi) che per percorrere 100 km da Spoleto a Roma sia sufficiente un’ora e che per fare quattro o cinque uscite di GRA ne occorra una e mezza? Che faccio ora in coda? Ho chiamato tutte le persone che avevo voglia o dovevo chiamare nella prima parte di viaggio. Nonostante l’auricolare, ho l’orecchio in fiamme. No, basta telefonate. Non mi va di sentire la radio, troppa cronaca nera (nera) mista a politica (nera anche quella). Abbasso i finestrini, comincia a far caldo: finalmente l’estate inizia ad arrivare, soppiantando di netto una primavera incerta e piovosa. Dovrei scrivere delle mail, ma come faccio alla guida? Ah, no aspetta, esiste una APP per dettare il testo, forse riesco a farlo. Ganzo! Mentre guido, detto la mie mail alla APP che le imposta per me. Interessante. Certo, senza questa coda, non ci avrei mai pensato…

Finalmente l’ingorgo sembra dileguarsi: riprendo un’andatura normale. Sono in ufficio. Ho un miliardo di cose da fase: prendo un caffè o faccio la lista? Prendo un caffè. Mentre vado al bar, passo davanti ad un Cinema locale: danno un nuovo thriller “Il Traditore Tipo”.

Mio marito impazzisce per i thriller, io non li amo molto. Certo il cinema ci manca: Giulia ha 17 mesi, la vedo dura andare al cinema con lei! E poi le poltrone dei cinema non sono comodissime con questo pancione… Chissà se qualcuno si è inventato un Cinema in cui i genitori possono portare con sé i figli piccoli e mentre loro guardano un film, i cuccioli giocano o riposano. Basterebbero delle cuffie speciali per i genitori. Andare al cinema, non è come vedere un film a casa. Vuoi mettere lo schermo enorme con l’audio perfetto e gli attori che sembrano guardarti dritto negli occhi? Mentre sorseggio il caffè, cerco su web… Chissà com’è il film Il Traditore Tipo, immagino che parli di bugie e di menzogne seriali. Beh, nelle aule di formazione, di solito non si parla di menzogne, la bugia non è un tema formativo. Eppure è un tema attuale, che esiste nelle aziende: quante bugie grandi o piccole diciamo in ufficio, a capi e colleghi e collaboratori? Cavoli, non ci avevo pensato, buono questo caffè, esco dal bar e vado di buona lena verso l’ufficio. Non ho trovato molto sul cinema dei miei sogni: forse non è nemmeno una buona idea… Ma trattare la menzogna in un’aula di formazione mi sembra interessante.

Prendo una nota, prima di andare a casa stasera, dedicherò un po’ di tempo a mettere giù l’idea. Ora la mia infinita lista delle cose da fare mi aspetta. Mi immergo. Però, in effetti, molti temi di questo tipo non vengono affrontati in aula. Butto giù una lista: dire bugie, mancare di rispetto, beffarsi di qualcuno, tenere all’oscuro, chiacchierare alle spalle di… O mio dio, sono tutti negativi!!! Ho bisogno di una lista positiva: essere altruisti, fare un dono, aiutare qualcuno che si è cacciato nei guai. Sì, ma che ci faccio ora con questa lista? Boh, forse è meglio che mi metta al lavoro. Ma che ci avrà messo in quel caffè il barista?

Dopo qualche ora, prendo un orrendo caffè alla macchinetta, e ripenso con nostalgia a quello ottimo del bar. Toc Toc. Ecco il pensiero della mia lista che fa capolino. E lo so: è il mio cervello che chiede attenzione al cassetto “creatività”. Sì, ma non mi viene nulla. Alla fine è una lista di valori, di doti personali, forse sono vizi. Viziiii? Viziiiii??? Ma certo, nessuno parla di vizi in aula. Devo fare assolutamente una ricerca. Capire meglio, estrapolare qualcosa. Si però quando la faccio? Altre 500 cose mi aspettano. Magari più tardi.

Toc Toc.

“Guarda che se rimandi, non lo farai più. Sei o non sei una progettista? Se non progetti format nuovi, il tuo mestiere non ha senso”

Si certo, ma è tardi, devo finire delle cose e poi devo fare altri 100 km per tornare a casa da Giulia

“Non devi fare tutto ora, ma imposta la tua idea: fai uno schema, metti giù un appunto, parlane con qualcuno e pianifica le attività per la prossima settimana”

“Cavolo, il mio cervello razionale ha sempre ragione”

Torno in ufficio con il bicchierino di carta quasi vuoto di caffè, lo tengo vicino, mi piace l’odore nell’aria. Mando una mail ai miei colleghi, vorrei prima di tutto il loro parere. Faccio per ora una breve ricerca. “Ti sembra sia ancora una buona idea?”. “Penso di si”. Nel frattempo sento il bimp su Outlook: un collega mi ha risposto. Gli sembra una buona idea. “Forse lo è davvero, non abbandonarla”. “Ok, ok, non la abbandono”. Ora la prima cosa da fare è comprare un libro o qualche e-book che mi aiuti a farmi le idee chiare. Quasi quasi domani vado in treno in ufficio così durante il viaggio posso leggere. A chi potrei proporlo? “Aspetta, questa parte è prematura. Metti giù l’idea e poi pensa alla strategia commerciale”. “Nooooo, ma possibile che con te non si possa mai improvvisare?”. Ora mi manca un’ora prima di uscire dall’ufficio: devo mettere il turbo. Stasera ho promesso a Giulia pizza e Masha e Orso. Non posso tardare. In quell’ora, faccio mille cose. Possibile? Questa idea dei vizi sembra avermi dato il carburante giusto per chiudere la giornata. Monto in macchina. Non c’è traffico per fortuna. Accendo la radio: incredibile, becco una canzone che mi piace. Sono sola in macchina, no? Non mi sente nessuno, no? Fa ancora caldo? Si, allora abbasso i finestrini. E inizio a cantare a squarciagola… Che stecca che prendo, sono stonatissima. Ma che importa in fondo? Ho la mia idea.

Questo momento fuori dalle righe mi porta a pensare. Questa volta seriamente. Perché quando abbiamo un’idea che ci frulla in testa stiamo bene? Perché siamo energici e ottimisti quando stiamo pensando ad una novità? Qual è la magia che si crea nel nostro cervello quando sembra vada a mille? La fisiologia parla addirittura di scariche adrenaliniche positive, che si generano in fase creativa. Io, semplicemente, credo che si tratti di InnovAction: un’azione che porta dentro di sé l’innovazione. Se razionalizzo la giornata, ecco alcuni comportamenti che stimolano l’InnovAction:

  1. Utilizzare la tecnologia per semplificare la vita. Liberare spazio di attenzione e di tempo per fare altro…
  2. Sfruttare le attese per fare esperimenti. Siamo così frenetici oggi, da non avere mai tempo per provare a fare cose nuove. Le poche attese che ci concediamo o che siamo costretti a concederci sono foriere spesso di nervi a fior di pelle. Il pensiero di quello che dobbiamo fare dopo, in genere, ce le rovina. Dedicare l’attesa a fare qualcosa, è un ottimo modo per ri- scoprirne il valore positivo!
  3. Non lamentarsi dei piccoli problemi quotidiani. Che fatica inutile. Possiamo cercare soluzioni, se si tratta di piccoli problemi. Risparmiamo energie per quelli più importanti, che ci meritano in forma…
  4. Guardare il mondo attorno a noi con occhi il più possibile curiosi e non distratti. Dietro l’angolo si può scovare un’immagine, un oggetto, una persona, una situazione che ci avvicineranno alla nostra idea
  5. Parlare con se stessi. Il dialogo interiore è utilissimo per generare nuovi pensieri. Consente di attivare molte delle infinite potenzialità creative del nostro cervello. Se poi vi piace parlare a voce alta, meglio. Non vi preoccupate, non è sintomo di pazzia. E’ solo dialogo interiore “rumoroso”…
  6. Non tuffarsi a capofitto nel quotidiano. La routine è una sanguisuga: ci toglie il fiato. Basta una piccola deviazione giornaliera per tenere attivo il cervello!
  7. Non disperdere le idee. Per fare innovazione, bisogna andare di metodo, non d’istinto. L’idea viene di getto, d’accordo. Ma poi il vero innovatore è quello che “mette a terra”. E allora, giù appunti, schemi, modi per ricordare il pensiero del momento, per non perderlo
  8. Non rimandare. Le buone idee non aspettano nel nostro cervello, svaniscono se non gli diamo subito energia! Se possiamo fare qualcosa subito per non perdere l’idea, facciamola. Fare innovazione deve avere priorità nella nostra vita. Qualunque sia il mestiere che facciamo!
  9. Chiedere un consiglio. Condividere con qualcuno la nostra idea è impegnativo. Bisogna vincere la resistenza che deriva dalla vergogna di fare una figuraccia… ma effettivamente potremmo sentirci ridere in faccia. Perciò, consiglio spassionato: ci vuole qualcuno di cui ci fidiamo, che ci considera persone mediamente intelligenti, che è mediamente intelligente e che ci dice tutto in sincerità. Meglio una figuraccia in situazioni protette, che altrove…
  10. Tuffarsi nelle cose della vita, mettercela tutta, con impegno. Sprecare tempo è un grande nemico dell’innovazione. E una volta ho letto un libro illuminante sulla “responsabilità del tempo dissipato”

Spoleto Sud, passo in pizzeria. Eccomi a casa.

Mamaaaaaa. Paaaaaaa. Macci… (tradotto: Mamma, Pappa, Masha!!!)

Sono stanchissima, ma ne è valsa la pena.

Alla prossima!

Alessandra Della Pelle
adellapelle@incontatto.it