12 Feb Felicità e Yoga della Risata: quando ridere fa bene al cuore e al lavoro
Quando ridi, cambi.
Quando cambi,
Cambia il mondo intorno a te
M. Kataria
Vi sarà certamente capitato di leggere, che in Italia sta crescendo l’esigenza di introdurre nelle aziende una nuova figura: il Manager della Felicità. Si tratta di un professionista che si dedica al benessere delle persone in azienda, contribuendo a migliorare il loro livello di motivazione e soddisfazione.
Oltreoceano, in particolare negli Stati Uniti, la figura dello Chief Happiness Officer è presente già da alcuni anni: per il nostro Paese, invece, si tratta di un’assoluta novità, che mi auguro si diffonda al più presto! Inizia finalmente un cambiamento di prospettiva e si dà maggiore attenzione a un’area di studi in crescita costante.
Per farvi un’idea.
Presso la prestigiosa Università di Yale sta riscontrando molto successo l’introduzione di un corso intitolato “Psychology and the Good life”, per sentirsi più soddisfatti e superare l’ansia da prestazione.
La Warwick University ha pubblicato uno studio sul “Journal of Labor Economics”, risultato dal lavoro di ricerca svolto da alcuni economisti del professor Andrew Osvald. Questi esperti hanno scoperto, attraverso ricerche ed esperimenti eseguiti su più di 700 partecipanti, che la felicità rende le persone più produttive del 12%.
Alcune società come Google hanno investito molto nel supporto psicofisico dei dipendenti, registrando un aumento della loro soddisfazione pari al 37%.
Insomma, capire le esigenze delle persone e trovare la chiave giusta per aumentare la loro motivazione comporta diversi benefici, per esempio:
- diminuzione del tasso di turnover e assenteismo
- aumento della collaborazione tra colleghi
- miglioramento del clima aziendale
- miglioramento delle performance individuali e di gruppo
Tradotto in risultati concreti, l’intera organizzazione trarrà benefici reali di breve e lungo termine, con un aumento della produttività e quindi del profitto aziendale.
Umanesimo Manageriale
In un contesto sempre più dinamico ed in continua evoluzione, non è pensabile che per aumentare il livello di soddisfazione dei dipendenti, si possa puntare solo sugli incentivi economici, sui benefit aziendali e sugli avanzamenti di carriera. Nella corsa verso la produttività, vi è finalmente un ritorno al passato. Si parla oggi del concetto di Umanesimo Manageriale, come àncora di salvezza dalla crisi di valori che stiamo vivendo. Un salto indietro, in un’epoca in cui la persona torna ad essere considerata importante e riconosciuta per la sua unicità e distintività.
Occuparsi della gestione delle risorse umane oggi, vuol dire anche concentrarsi in modo strategico su tutti gli aspetti legati alla sfera personale ed emotiva dei dipendenti. I lavoratori si sentono sempre più stressati e oppressi: introdurre in azienda azioni legate a promuovere la positività tra le persone, facendo ricorso – per esempio – alla psicologia positiva, può contribuire a ridurre gli aspetti negativi come stress, ansia e burnout.
I dati scientifici dimostrano, inoltre, che trovarsi in uno stato di rilassatezza e di serenità favorisce l’apprendimento e l’instaurarsi di relazioni produttive, basate sul rispetto reciproco e sulla cooperazione.
Come si possono introdurre queste tecniche in azienda, per sostenere i dipendenti?
La ricerca che mira ad evidenziare tutti i fattori che sostengono gli obiettivi della psicologia positiva, è ancora in fase di sperimentazione. Ci sono tuttavia diversi strumenti che è già possibile utilizzare per “sperimentare” i benefici legati al miglioramento degli stati d’animo delle persone.
I metodi utilizzati nelle scuole, nelle aziende e in altri luoghi di relazione sono numerosi. Tra gli strumenti legati al mondo ludico, c’è lo Yoga della Risata, che ho deciso di sperimentare sulla mia pelle 🙂
Di cosa si tratta?
Lo Yoga della Risata (YdR) è una pratica basata – appunto! 😀 – sulla risata, che attraverso il gioco e le relazioni con gli altri, aiuta a
- potenziare l’intelligenza emotiva e la creatività
- apprendere divertendosi
- raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e del legame corpo-mente
Lo Yoga della Risata è stato inventato nel 1995 dal Dr. Madan Kataria, un medico indiano che decise di aprire i primi Club della Risata, dopo averne sperimentato i benefici sulla mente umana e sul corpo. Successivamente, alcune personalità appartenenti a settori anche molto diversi, approfondirono gli studi sull’argomento: lo scrittore Norman Cousins, lo psichiatra della Standford University William Fry e il ben noto Dott. Hunter (Patch) Adams, protagonista dell’omonimo film con l’attore Robbin Williams.
Oggi, la pratica è diffusa in più di 150 Paesi nel mondo attraverso migliaia di Club coordinati dagli YDR Leader e Trainer.
Cosa c’entra lo yoga con la risata?
Durante la pratica, si impara ad allenare la propria risata, a distinguerne una forzata “di gola” da una vera “di pancia”, attraverso alcuni esercizi basati sulle tecniche di respirazione usate nelle pratiche yoga (Pranayama), quindi attraverso il silenzio, la meditazione e il radicamento.
Attraverso semplici esercizi fisici di gruppo iniziali, lo Yoga della Risata stimola la risata incondizionata, che dopo poco si trasforma in una risata spontanea e contagiosa. L’esercizio è basato sul fondamento scientifico che il corpo non è in grado di distinguere tra una risata autentica e una simulata. Il risultato è che si ottengono gli stessi benefici fisiologici e biochimici sia sul corpo che sulla mente:
- abbassamento del livello di produzione degli ormoni dello stress come il cortisolo
- aumento della produzione di endorfine, ossitocina e serotonina, che contribuiscono a tenere alto il buonumore e a regolare il ciclo sonno/veglia
- rafforzamento del sistema immunitario, miglioramento dell’ossigenazione delle cellule e maggiore energia.
Perché mai dovremmo ridere, anche senza motivo?
In realtà, questa pratica ci insegna come farlo quando ne abbiamo bisogno. È come una carta, un jolly che possiamo utilizzare nei momenti di stress, depressione o tristezza, che aiuta a ripristinare l’equilibrio tra mente e corpo e automaticamente a risollevarci più facilmente, potenziando la nostra capacità di resilienza.
Ridere è – apparentemente – una cosa banale, ma in realtà, se vogliamo davvero apportare benefici fisico-psicologici, dobbiamo esercitarci con costanza e imparare a conoscere meglio noi stessi, per attingere alle nostre risorse nel modo migliore, in caso di necessità.
Le sessioni di Yoga della Risata avvengono in gruppo, ma in seguito ci si può anche esercitare da soli. Durante la pratica, ci si sintonizza con gli altri attraverso il contatto visivo, la respirazione e la condivisione di stati d’animo e pensieri.
Chi ride insieme, collabora insieme
Soprattutto all’estero, molte aziende hanno scelto di avvalersi di questo strumento durante le sessioni di Team Building. Come ha affermato il noto attore britannico John Cleese: “Chi ride insieme, collabora insieme”. Stare meglio con se stessi e con gli altri, comporta alcuni vantaggi dal punto di vista sociale e professionale:
- maggiore autostima e sicurezza, anche nel parlare in pubblico
- più efficacia ed efficienza e quindi aumento delle prestazioni
- aumento dell’assertività
- aumento del livello di concentrazione
- aumento della creatività e delle intuizioni
- maggiore stimolo a pensare in maniera innovativa
- miglioramento della comunicazione con gli altri e aumento dell’empatia
- rafforzamento della collaborazione e dello spirito di squadra tra i team di lavoro.
Sulle applicazioni dello Yoga della Risata nelle aziende, sono stati effettuati 2 studi nel 2007 (Bangalore e Beckman), per misurare le potenzialità di questa pratica. Organizzazioni di ricerca scientifica hanno misurato lo stress e le variabili emotive prima e dopo le sessioni di Yoga della Risata. Dopo alcune sessioni, è stato riscontrato, tra gli altri effetti, anche un incremento delle emozioni positive del 17% e una diminuzione di quelle negative pari al 27%.
Lo Yoga della Risata, grazie a questi potenti benefici, oggi trova diverse applicazioni anche in altri contesti, come ad esempio scuole, ospedali, centri per anziani, palestre, strutture per disabili, detenuti, ecc.
La risata e il gioco connettono in fretta le persone, e attivano l’emisfero destro del cervello, legato all’istinto, alla memoria percettiva, al linguaggio non verbale, alla comunicazione gestuale ed emozionale: in altre parole, al pensiero divergente o laterale.
Ridere è una cosa seria!
Lo Yoga della Risata nutre questa parte di noi, talvolta trascurata o oscurata, attraverso esercizi che ci permettono di riconnetterci al nostro bambino interiore e prenderci cura di esso. Bisogna essere disposti però a mettersi in gioco e lasciarsi andare: all’inizio della sessione, può accadere che ci si senta senta goffi e inadeguati, proprio perché crescendo perdiamo l’abitudine a nutrire la parte più “giocosa” di noi stessi. Gli effetti si potranno ottenere solo se si partirà da un atto di volontà, a sperimentare e condividere!
La risata è un potente connettore, che permette di cambiare l’umore in pochi minuti e di influenzare positivamente quello di chi ci è vicino: rompe le gerarchie sociali o aziendali come strumento altamente democratico. Le persone abbattono così le proprie resistenze e sviluppano un atteggiamento mentale positivo, che influisce sulla produttività e quindi sul profitto aziendale.
Oltre il 70-80% delle malattie e dei disturbi è riconducibile allo stress, poiché i ritmi di lavoro elevati e lo stile di vita frenetico portano a vivere sempre più sotto pressione. Si concede sempre meno spazio alla gioia, soprattutto sul posto di lavoro e la nostra mente tende a offuscarsi nei pensieri negativi.
Alcune riflessioni del Dott. Kataria
Le aziende e le industrie di tutto il mondo stanno attraversando la peggiore recessione economica di tutti i tempi. I profitti sono in declino ed i lavoratori sono sotto pressione nel far quadrare il bilancio familiare a fronte di un aumento dei prezzi. I dirigenti sono sotto pressione nel far aumentare la produttività, per rispondere alla forte competizione presente nel mercato. I membri dell’esecutivo (manager, personale addetto alle vendite ed al marketing, amministratori) stanno vivendo dei ritmi stressanti, e purtroppo molte malattie cardiovascolari, l’ipertensione, l’ulcera peptica, l’insonnia, la depressione e le allergie, sono spesso provocate dallo stress. Di conseguenza, nei posti di lavoro è alta la percentuale di assenteismo e le prestazioni ed il rendimento sono spesso al di sotto delle reali possibilità di ciascuno”.
Che si scelga di utilizzare questa o altre pratiche, poco importa: la cosa fondamentale è iniziare a preoccuparsi davvero del benessere delle persone all’interno delle organizzazioni, introducendo interventi formativi strutturati. Perché il concetto di felicità non resti solo una moda del momento, ma diventi un utile spunto di riflessione dal quale ripartire.
Fonti:
http://www.businesspeople.it/Lavoro/manager-felicita-104126
http://buonenotizie.corriere.it/2015/10/14/il-manager-della-felicita-arriva-in-azienda/