Il pipistrello lesso non lo mangio, no.

Il pipistrello lesso non lo mangio, no.

Interpretare i popoli. Questo il mestiere dell’Antropologo Duccio Canestrini

Ancora una persona e poi tocca a me!

Ricordo perfettamente il momento dell’attesa lungo i corridoi di Palazzo Camponeschi, nel centro storico dell’Aquila, prima dell’esame di Etnologia.

Ansia mista a adrenalina. Voglia irrefrenabile di dare quell’esame e vedere a mano a mano diminuire la lista dei titoli che mi separavano dalla tesi. Un gran bel programma quello scelto dalla Professoressa Marucci: i luoghi sacri e le tradizioni popolari in Abruzzo. A contornare i vari testi e manuali sul tema, era previsto anche lo studio di un libricino dal titolo “Trofei di Viaggio. Per un’antropologia dei souvenir”, autore Duccio Canestrini.

I souvenir, i cosiddetti oggetti del ricordo, quelli che a tutti noi è capitato di acquistare durante un viaggio, per donarli al rientro alle persone care, sono i protagonisti delle pagine di Canestrini. Il souvenir, nell’analisi antropologica che ne fa l’autore, diventa il trofeo, il simbolo, l’elemento che testimonia il nostro essere Homo Turisticus.

Un sasso, una pietra o una conchiglia, raccolta sulla spiaggia, come riconoscimento di quanto quel viaggio ci abbia, in qualche modo, cambiati e di come pressante si presenti la voglia di non dimenticare

Insomma avrete capito, che si tratta di un libro frizzante e curioso, con il quale Duccio ci fa fare il giro del mondo attraverso questi oggetti, ma anche – lasciatemi dire – orpelli inutili, che addensano le nostre credenze. Credenze nella doppia valenza del termine: ovvero come mobile in cui riporre le cose e anche come convinzioni rispetto a un evento o un fatto.

Esame superato, si va a festeggiare!

 

10 ANNI DOPO

Stazione Termini, giro in libreria in attesa del treno.

Spulcio tra gli scaffali e mi trovo davanti un libro, dalla copertina rosa con l’immagine di una donna paleolitica con l’Ipod. Mah! Che strana cosa…

Di nuovo lui, Duccio Canestrini, stavolta con “Antropop. La tribù globale”.

In un nanosecondo decido – ovviamente! – di acquistare quel libro. Sfoglio la prima pagina, poi la seconda… ecco che arrivo all’indice:

pag. 27, Ken molla Barbie per colpa di Greenpeace

scorro gli occhi più giù

pag. 47, Fluidentità

continuo a scorrere

pag. 109, Django, Unchained e le cantonate di Lombroso

ancora più giù

pag. 144, Il pipistrello lesso non lo mangio, no

Aspetta un attimo! Va bene la storia di Barbie e Ken, va bene anche che l’identità sia diventata liquida, ma il pipistrello lesso????? Che roba è!?

Ecco, in quel momento ho avuto la grande illuminazione di mettermi in contatto con Duccio Canestrini e proporgli di fare da testimonial dei nostri eventi.

Perché?

Beh, perché nel “frittatone planetario” in cui viviamo, dove i confini sono diventati porosi, le identità multiple, “giovani senegalesi che vivono a Firenze vendono souvenir etruschi fatti in Cina ai turisti americani”, è chiaro che l’antropologo è colui che “entra” nel mondo, osserva il miscuglio di popoli e ne sa cogliere le contaminazioni. Proprio come accade nelle aziende e nelle organizzazioni, dove sempre di più i team sono “misti”, dove il mix è fatto non solo dalla eterogeneità di competenze, ma anche da differenze di genere e generazionali.

Inclusione, convivenza, integrazione, acculturazione, diversity… sono termini ormai comuni e di uso quotidiano nel linguaggio manageriale, sia di aziende top, che di realtà più piccole… e poi ancora: pensare glocale, abitare mondi fluttuanti, sognare il futuro! Ogni tanto non ci farebbe male, quando siamo alla nostra scrivania, assumere il ruolo di antropologo!

Un valore enorme per chi, come noi, lavora nella formazione, mettere per un giorno i partecipanti fianco a fianco con l’antropologia. Un’occasione per gettare lo sguardo verso culture altre da noi e capire i diversi sensi e significati attribuiti ai rituali, alle cerimonie e alle tradizioni.

Ed ecco che allora il pipistrello lesso della Micronesia offerto a Duccio, durante il soggiorno sull’isola, diventa per lui un momento di riflessione:

esistono scelte individuali che stanno sopra, o magari sotto o a fianco di scelte obbligate, fatte in base alle cosiddette culture di appartenenza. Come dicevano gli antipsichiatri negli anni settanta, abbiamo sempre il diritto di dire no, se un’esperienza ci coinvolge direttamente… Insorgere humanum est

A pensarci bene Duccio terrà il suo intervento per Contatto Formazione proprio a tavola, una conversazione all’ora di pranzo.

Ma stavolta niente pipistrello. Promesso! ☺

Grazie, Duccio!

mariar.pagliaroli