04 Set Camminare in mezzo al cielo
Quando la ricerca di libertà porta ad incontrare gli “abissi”
Mercoledì 17 agosto 2016 ore 21.00
Morino, casa dei miei genitori. Io e Uccio (il mio inseparabile cagnolino) siamo sul divano. Il resto della famiglia è in soggiorno. Al centro del tavolo l’Ipad con attivo il canale di Rai replay, che manda in onda una nuova puntata della trasmissione: Vertigo. Gli abissi dell’anima. Il titolo rende bene l’idea della vertigine che suscitano i personaggi intervistati. Uno degli ospiti della serata è Andrea Loreni, il ragazzo di Torino, che nella vita è un filosofo e di professione fa il funambolo.
Una dietro l’altra, avanzano le domande della conduttrice e sempre di più mi incuriosisce la storia di Andrea. Decido allora di raggiungere il resto della famiglia e ascoltare in doveroso silenzio, la sua esperienza come funambolo.
Andrea dice:
Sul cavo ho sempre paura, ma non cerco di combatterla, anzi la uso. Bisogna permettersi di aver paura per raggiungere la libertà.
Un volto serafico, quello di Andrea. Occhi celesti, barba lunga, fisico asciutto. La sua voce serena e pacata dà consistenza ai pensieri di un uomo, che ha scelto di andare al di là di se stesso per perdersi e poi ritrovarsi.
Ecco, che la giornalista gli pone una nuova domanda:
Andrea, cosa cerchi sul cavo?
Lui risponde:
Sul cavo avviene un’alterazione fisica del mio essere. I colori sono più colori e le persone sono più persone. Quando compio una traversata, c’è solo il tempo presente, perchè il passato e il futuro non esistono più.
Sospeso nel vuoto, Andrea compie un passo dopo l’altro, sapendo che un movimento sbagliato potrebbe costargli caro. Eppure continua e continua a ricercare quella sensazione. Sembra incredibile!
La realtà che mi hanno dato non mi basta.
Da qui ha avuto inizio la sua volontà di cercare una strada “alternativa” alla quotidianità. Racconta la storia di sua madre, che ogni mattina si alza per andare a lavorare e la sensazione di vuoto che associa a quella scelta di vita, che non vuole per se stesso e dalla quale fugge, trovando il senso delle cose “camminando nel cielo”.
Al termine dell’intervista, decido di contattare Andrea Loreni. Sono certa della straordinarietà della sua esperienza e del grande valore che può portare nel nostro lavoro come formatori.
Lunedì 20 Marzo 2017. Ore 18:15
Roma, quartiere Ostiense
Ci siamo! Ecco pronto un bellissimo progetto dove Andrea farà da testimonial. Finalmente è arrivato il momento tanto atteso da quella sera di fine estate in cui ho scoperto Andrea…
Lo incontro in un bar, prima di un suo intervento in una libreria per la presentazione di un libro. Davanti a un buon caffè mi racconta della sua permanenza nel Tempio Zen e della prossima traversata in Giappone.
Nel dialogo torna ricorrente il tema della ricerca di se stessi, del dominio della mente, del senso della misura come elementi importanti per capire quando è il momenti di “fermarci” e non rischiare troppo.
Il cavo diventa così:
- il luogo di sospensione in cui riuscire a riempire il senso di vuoto dal quale a volte fuggiamo;
- il momento in cui possiamo concederci di fronteggiare l’ignoto;
- lo spazio in cui scoprire l’abisso e permetterci di aver paura;
- il ponte per approdare alla libertà.
Ma liberi da cosa?
Nonliberi dima liberi da… ad esempio, dalla paura della solitudine. Una paura per la quale bisogna compromettersi… ovvero, come dice il funambolo, “mettersi con coraggio in quella situazione e affrontarla”.
Sto per salutare Andrea, ma prima ho un’ultima domanda per lui:
E tu, di cos’hai paura?
Risponde:
Di perdere nella vita delle occasioni…
Sorrido e annuisco. Io e Andrea condividiamo la stessa paura!
Finisce qui un incontro eccezionale, con una persona speciale. Così come sul cavo anchenella vita bisogna fare un passo la volta!